Sono stati due giorni intensi e ricchi di spunti quelli proposti a Venezia, nell’isola di San Giorgio Maggiore, dalla Federazione Veneta delle Banche di Credito Cooperativo: una riflessione e un dibattito che ha riunito personalità di spicco e rappresentanze nazionali del Credito Cooperativo su aspetti economici, finanziari e sociali del Veneto, tra dati e tendenze per capire come nel territorio veneto sia stato possibile costruire negli ultimi 60 anni un vero senso di comunità.
Aprendo i lavori il Presidente Flavio Piva ha sottolineato come quella veneta sia una frontiera aperta e dinamica, attenta a trarre vantaggio dalle differenze, operosa. Hanno portato il loro saluto Augusto Dell’Erba (Presidente Federcasse), Sergio Gatti (Direttore generale di Federcasse) che si è soffermato sul valore e sui dati dell’impegno delle BCC nei territori e a favore delle comunità, Giuseppe Maino (Presidente di Iccrea Banca s.p.a.).
A portare il saluto delle Istituzioni il Presidente del Consiglio regionale del Veneto, Roberto Ciambetti. Ha condotto la mattinata di studi Roberto Iotti, Vicedirettore de Il Sole 24 ore.
Le storie del Veneto di frontiera raccontate dagli ospiti
Una bottega del futuro, tutta di arte, di economia e di commercio. Con questo esordio lo scrittore Pietrangelo Buttafuoco, Presidente della Biennale di Venezia, ha parlato dei giovani e di come spingere le nuove generazioni a costruire un domani fatto di esperienza, di bellezza, di civiltà. Con proposte concrete per fare in modo che i giovani si formino e crescano culturalmente nelle nostre città, accoglienti e per tutti, affinché portino idee e dinamismo e lavorino per i loro territori.
Matteo Marzotto, imprenditore e civil servant intervistato da Roberto Iotti, Vicedirettore de Il Sole 24 ore ha portato la sua straordinaria esperienza fatta di cultura familiare, di storia, di sensibilità, di attenzione alle persone. Dal suo personale osservatorio, ha parlato di come si possa costruire l’impresa del futuro con i mattoni della responsabilità sociale, dell’etica, dell’umanità.
Emozionante la testimonianza di Luciana Traetta, Direttrice del penitenziario di Vicenza intervistata dalla giornalista Federica Morello. Come affrontare il male oscuro: scontare la pena tra opportunità di rieducazione ed esigenze di sicurezza non è stato solo un viaggio in un carcere come luogo di sofferenza, ma anche una visione di riscatto, di dignità. Applausi a scena aperta quando ha raccomandato all’economia e alla finanza riunita nella Sala Arazzi della Fondazione Cini a Venezia di non fermarsi di fronte alla burocrazia e alle scartoffie, ma di cercare sempre prima l’uomo, la persona, anche quando questo è privato del bene più prezioso: la libertà.
E per finire il giornalista Paolo Possamai, che ha messo in luce come l’imprenditore veneto di oggi e di ieri sia figlio della Serenissima. Nel dna si porta i geni del mercante veneziano, amministratore di una villa nata con la funzione di centro di produttività e di filiera, di un fulcro propulsivo e opportunità per mettere insieme risorse e mezzi al servizio della collettività e della laboriosità: da Andrea Palladio a Elon Musk.
Lo studio sul Veneto
Giovani, sociale e spirito di comunità priorità per le Bcc
Il cambiamento del paradigma sociale ed economico del Veneto: è questo il ritratto della nostra regione nell’indagine presentata da Renato Mason (Cgia Mestre) e Chiara Tronchin (Fondazione Leone Moressa) e commentata dal sociologo Aldo Bonomi con l’introduzione di Piero Collauto, Direttore della Federazione Veneta BCC.
Le trasformazioni in atto – è la tesi – influenzeranno inevitabilmente anche i bisogni delle persone, delle famiglie e delle stesse comunità. Anche il Veneto è alle prese con l`inverno demografico: solo il 30% dei comuni – in prevalenza si tratta di quelli di medie dimensioni, con una popolazione fra i 15 e i 25 mila abitanti – ha registrato un aumento demografico: aumenta la speranza di vita, ma questo significa anche un numero maggiore di anziani e una riduzione della popolazione attiva. Parallelamente, la regione da territorio di emigrazione è diventato terra di immigrazione: con una popolazione straniera residente che supera le 500 mila unità è la quarta regione italiana per presenza.
Cambia anche la struttura della comunità: cresce significativamente il numero delle famiglie, ma sono di dimensioni sempre più ridotte (quelle monocomponenti sono ormai il 35% del totale), con un indebolimento delle tradizionali reti di supporto. Resta saldo il ruolo del no profit, rappresentato da oltre 30 mila istituzioni, che coinvolgono 81 mila dipendenti e circa 424 mila volontari. È questo il quadro in cui le Bcc conquistano spazio (l’incidenza sul totale del sistema bancario regionale è salita da 11,7% del 2016 al 15,2% dell`ultimo anno) e continuano a svolgere il loro ruolo, mantenendo una forte presenza sul territorio – anche nelle aree a rischio desertificazione e abbandono – e a stretto contatto con il bisogni delle persone e del tessuto economico: quasi il 100% del credito erogato è indirizzato all’economia reale, con oltre 10,4 miliardi destinati alle imprese e quasi 9 alle famiglie.
Le direttrici per il futuro sono chiare, ha sottolineato Sergio Gatti, direttore di Federcasse: «Siamo banche che alimentano l`innovazione supportando le aziende più intraprendenti: puntiamo a ridurre le diseguaglianze e accompagnare le transizioni a cominciare da quella energetica, per creare una prosperità condivisa».
Un ruolo in evoluzione, per il quale il presidente Piva individua le prossime priorità: «Vogliamo dialogare con i comuni e puntare sui giovani, comprendendo i loro bisogni e investendo sulla loro formazione, anche con l`investimento nelle start up e nel sostegno alle aziende che creano le condizioni adatte ad attrarre le nuove generazioni che, va detto, spesso scelgono la strada dell’estero a fronte di regole di ingaggio troppo basse».
Le BCC venete e l’impegno sociale per il territorio con un video, prodotto da Galileus, che racconta questa mission per le comunità
Il servizio di trasporto sociale che nel Pordenonese muove 40 mezzi e 400 volontari, lo sportello degli amministratori di sostegno volontari per chi è in difficoltà, gli studi medici solidali, il progetto “la strada giusta” per insegnare ai giovani della provincia di Vicenza le conseguenze di un comportamento sbagliato alla guida; ma anche la corsa dedicata alle donne (17mila nell’edizione clou) che a Treviso ha raccolto fondi per la lotta contro i tumori.
E ancora la strumentazione medica all`avanguardia per indagare i disturbi del respiro, l’alleanza con i principali enti culturali (dal Teatro Stabile del Veneto all`Arena di Verona), l’adozione per concretizzare i progetti delle associazioni locali con un bando di finanziamento, l’accoglienza nella casa confiscata alla mafia, i centri d’ascolto e il supporto alla Città della Speranza, che a Padova è in prima linea per la cura, l’assistenza e la ricerca pediatrica. Ma anche i progetti trasversali in Veneto sull’educazione finanziaria dei giovani con “Educashon”, per la valorizzazione della componente sociale femminile all’interno delle BCC, l’azione di promozione dell’attività delle Mutue targate Credito Cooperativo Veneto con “Rosso di Sera”. E i progetti di cooperazione internazionale in India, Angola ed Ecuador a fianco dei volontari italiani e veneti in particolare.
Sono solo alcune delle “storie di frontiera” raccontate a Venezia, nell’Isola di San Giorgio Maggiore, nella giornata conclusiva dell’evento che ricorda il 60esimo anniversario di costituzione della Federazione Veneta delle Banche di credito cooperativo. Protagonisti di questo racconto i Presidenti delle BCC Venete associate alla Federazione Veneta, che hanno proposto tra le centinaia di iniziative sostenute una e una sola storia, che potesse rappresentare l’impegno della Banca nel territorio e per la comunità.
Al centro del dibattito i sentieri del fare e il vero senso di comunità, perché oltre alla riconoscenza per il passato il senso di celebrare questo traguardo è guardare avanti. La frontiera non è limite, ma punto di incontro e luogo di confronto.
Nelle conclusioni di Piva e Azzi due nuove proposte per il futuro
Concordano nel proporre due alleanze strategiche per il territorio e soprattutto per le comunità, a partire dalle sollecitazioni ricevute durante il Convegno.
Alessandro Azzi, Presidente della Fondazione Tertio millennio non si limita ad un ruolo socio-economico di sostegno, ma attribuisce alle BCC il ruolo di interlocuzione strategica con i Comuni, gli Enti locali. Obiettivo? Impedire la desertificazione delle opportunità, favorire il dialogo, la capacità di ascolto. E quindi di progresso. “Le opportunità e lo sviluppo nascono se ci mettiamo in rete ha detto Azzi- ma ancor più se ci mettiamo al servizio delle comunità attraverso un’alleanza con i Sindaci, con i Presidenti delle città metropolitane, con chi governa i territori e rappresenta i cittadini. I tavoli vanno fatti con chi amministra i problemi e dispone di poteri e risorse per affrontarli. Insieme si può fare di più”. E Il Presidente Flavio Piva rilancia. “Abbiamo bisogno di stabilire un’alleanza anche con i giovani. Senza giovani non c’è futuro e non c’è speranza. Le BCC devono essere attrattive e portatrici di innovazione, capaci di leggere, di ascoltare e di comprendere. E di agire”.